Dal 21 gennaio al 12 febbraio 2011 la galleria d’arte contemporanea Edarcom Europa ospiterà presso la sede di via Macedonia, 16 a Roma, la mostra “Sigfrido Oliva | Dipinti e incisioni”. La mostra raccoglie circa 30 opere, tra dipinti e opere grafiche (realizzate con le tecniche dell’incisione in acquaforte e della litografia), rappresentative della produzione degli ultimi dieci anni.
Gabriele Simongini, nel testo di presentazione della mostra “L’aria dipinta”, personale tenuta dall’artista presso la Galleria Edarcom Europa nel 2006, scriveva a proposito della pittura di Sigfrido Oliva che “si è portato dietro dalla natia Sicilia la memoria di una luce abbacinante e calda: essa è stata in qualche modo rinfrescata dall’esperienza diretta della luce mutevole e costantemente diversa che da sempre è una delle meraviglie romane, capace di ipnotizzare e rapire pittori di tutte le epoche e provenienze. E’ la luce romana a sedurre l’occhio e l’anima di Oliva, da quella più tersa e cristallina che rende tutto così solido e perfetto a quella più brumosa e rarefatta, dolcemente avvolgente. Ma col tempo e con quell’osservazione amorevole ed attenta che costituisce uno dei massimi pregi di quest’artista così sensibile, alla luce si è aggiunta una sostanza impalpabile e difficilissima da dipingere, l’aria, l’atmosfera”. E Renzo Vespignani, senza dubbio tra i più importanti interpreti in materia d’incisione della seconda metà del ‘900, raccontava, nello scritto di presentazione della mostra tenuta da Sigfrido Oliva presso la Fondazione Arduino Fora di Città della Pieve nel 1987, che Oliva gli mostrava “le acqueforti come se concedesse la lettura di privatissime lettere d’amore. Con mille esitazioni mi dice che finalmente può lavorarci “a tempo pieno” avendo “abbandonato il colore”. Si spiega così l’intensità assolutamente grafica che hanno acquistato le sue immagini, dono riservato a chi non fa l’incisione occasionalmente, per curiosità o per lucro, ma solo dopo aver scambiato le seduzioni della tavolozza con quelle del nero calcografico: tunnel pieno d’oscurità e inciampi che conduce agli splendori di caverna della grande crocifissione di Rembrandt, al segno definitivo di Durer, raccolto come una molla pronta a scattare”.