Nel weekend più vivace per l’arte romana, tra l’inaugurazione dei nuovi poli museali del MAXXI e del MACRO e l’evento fieristico in programma presso il Mattatoio di Testaccio, venerdì 28 maggio 2010, presso la Galleria Edarcom Europa, in via Macedonia 16 a Roma, si inaugura la mostra “Il domatore di piume ed altre storie”, personale dell’artista Enrico Benaglia all’indomani del grande successo della mostra “Benaglia’s Circus” presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Come a voler sottolineare il carattere nomade di ogni circo, la mostra vuole essere una seconda tappa di questo coloratissimo nuovo ciclo pittorico di Enrico Benaglia. L’allestimento della mostra è infatti costituito da un rappresentativo nucleo delle opere presentate presso l’Auditorium progettato da Renzo Piano, affiancato, in una sorta di narrazione surreale, da una preziosa selezione di dipinti della collezione della Galleria Edarcom Europa. La mostra, curata da Francesco Ciaffi, è accompagnata dal catalogo “Benaglia’s Circus”, edito da Silvana Editoriale, con saggi di Alida Maria Sessa e Renato Minore, si compone di circa 40 opere tra dipinti e sculture ed è visibile fino al 19 giugno 2010. “Qui, per lo spazio di un sogno, Benaglia doma l’indomabile, le piume, le farfalle, addomestica la finzione in un gioco minimalista che ci fa sorridere e riflettere. Perchè ciò che di più importante ci accade è sempre simbolico. Il suo circo è un gioco mentale, un esercizio da grande maestro per portarci fuori dalla vita ed esorcizzarne il peso. Il clou è grazia rarefatta. Il domatore di piume. Ipersurreale. Perchè per l’ artista romano il numero più richiesto, l’attrazione che può richiamare il gentile pubblico, l’autentico salto mortale senza rete, non è quando il cannone lancia proiettili umani nel rullo fragoroso dei tamburi, ma quando accade, capita, è, l’ evento minimo, l’attimo di grazia che cristallizza il tempo, lo sospende, lo dilata. Il fotogramma che innalza l’uomo sopra i frangenti delle avversità e lo riscatta da mille miserie”. dal saggio a cura di Alida Maria Sessa